venerdì 31 marzo 2017

Consciousness - MiddleTermTraining

"Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido." (Albert Einstein)

In un'esperienza EVS (o SVE in italiano) vengono richieste da sviluppare ogni giorno tante e diverse competenze. Alcune di queste sono molto facili da riconoscere a primo impatto e altrettanto facili e immediate da sviluppare, altre richiedono tempo, pazienza e un occhio esterno che aiuti a focalizzare.

Nel periodo di tempo che un'esperienza EVS richiede verrà chiesto più volte ai volontari di trarre le fila della loro esperienza fino al quel momento: una presa di coscienza su quale sia l'obiettivo finale di un Volontariato Europeo, ma soprattutto una presa di coscienza su chi siamo e sentiamo di essere all'interno di esso.
Uno di questi momenti è il Middle Term Training, un training di due giorni nel quale, circondati da altri volontari da tutto il paese, ci si focalizza sul considerare quanto "buona" sia stata l'organizzazione del nostro progetto, se le nostre aspettative si siano realizzate o meno, se la cultura che ci ha accolto abbia favorito uno scambio o se sia stata una cultura che ci ha in qualche modo respinto...tanto di cui parlare e su cui confrontarsi.

Il mio MTT si è svolto a Londra, in un clima nel quale metà delle persone avevo avuto occasione di conoscerle a settembre, all'On Arrival Training. Per questo forse, perchè già si era creato una sorta di legame, è stato facile e forse ancora più bello condividere.
Eravamo un gruppo di circa 40 ragazzi e ragazze. Il training è durato due giorni, così abbiamo avuto il tempo di una serata per legare. I trainer ci hanno proposto di uscire tutti assieme, e non di creare al solito piccoli gruppi, il che ha funzionato (anche se trovare un posto per 40 è stata una sfida).
Una delle cose più belle è stato lo scoprire che con noi c'erano altre quattro ragazze e un ragazzo che stanno facendo il loro volontariato con la YMCA di Bournemouth, uno dei posti più affascinanti sulla costa sud, parte della Jurassic Coast.

Il primo giorno del training, dopo le solite presentazioni, abbiamo avuto occasione di presentare le nnostre organizzazioni di accoglienza, i loro aims, e qual'è il nostro ruolo all'interno di essa.
dopodichè, in gruppi abbiamo "valutato" le rispettive sending, coordinating and receiving organisations considerando quali sono i loro ruoli sulla carta e qual'è stata la nostra esperienza.
Abbiamo concluso con lo scambio "aspettativa/realtà" sulla cultura inglese il quale ha scatenato tanta ilarità nei trainer.
Il tutto è stato seguito da cena in pub e partite a biliardo nel bar dell'ostello.

Il secondo giorno è cominciato in fretta poichè avevamo 4 ore di tempo per parlare dello Youth Pass, valutare le nostre competenze, parlare dei nostri "sogni" all'interno del nostro progetto ed eventualmente aiutarci nella soluzione dei problemi legati al nostro lavoro.
È stato durante questa seconda giornata che mi sono resa davvero conto di quanto il mio progetto a Bath, con la YMCA, sia stupendo. Magari non proprio perfetto, ma so di essere circondata da persone che in questo progetto ci credono, e credono in noi volontari, nel nostro lavoro. Credono nelle persone che siamo e che miriamo a diventare e ci appoggiano e guidano se ne abbiamo bisogno.
Quello che però è stato a colpirmi di più è il prendere coscienza di quello che siamo e di ciò che sappiamo fare, i cosiddetti skills che abbiamo già o che stiamo maturando.
Questo training mi ha fatto capire che ogni piccola cosa che impariamo, che facciamo magari ogni giorno senza nemmeno renderci conto di farla, può essere uno dei nostri punti di forza, ed effettivamente lo è. Le piccole cose che facciamo messe insieme compongono le persone che siamo, e ci rendono unici. Quante volte la capacità di non fermarci e piangere davanti agli ostacoli, ma buttarci oltre, ci ha permesso di vivere esperienze stupende? Già il fatto di partire verso un paese che non è il nostro, conoscendo solo tramite lo schermo di un computer, le persone con cui vivremo e lavoreremo, è di per sè una grande prova di coraggio e competenza. L'imparare una lingua nuova, la gestione dei soldi, anche lo tenere un blog costituiscono quegli skills che è importante riconoscere di avere.

Per questo, come dice Einstein, l'importante durante un progetto EVS è guardarsi allo specchio e chiedere a se stessi chi siamo e chi stiamo diventando, per merito nostro; è l'essere orgogliosi dell'aiuto e supporto che stiamo dando alle nostre organizzazioni di accoglienza; è il riconoscere di star promuovendo la nostra cultura nel mondo; è il darsi una pacca sulla spalla la mattina e coricarci col sorriso la sera, consapevoli che l'essere noi stessi, con ciò che di bello ognuno di noi ha, arricchisce l'altro.

Con questo concludo perchè penso questo post sia lungo abbastanza, ma spero con ciò di spingere nuovi volontari a partire e altri a continuare a testa alta il loro progetto.
E condividere, condividere, condividere la propria esperienza!

Anna

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/abilita/frase-163350>

sabato 25 marzo 2017

English adventures

Voglio scrivere della giornata di oggi perchè, seppur ordinaria, si è rivelata una giornata stupenda.

Un sabato di sole non capita spesso, e quando accade Bath si riempie di gente. Come tante formichine le persone escono dalle loro case e invadono le strade, i parchi, i sentieri...
Io e Nastia avevamo deciso che avremmo ricominciato a viaggiare durante i weekend perchè, contando i giorni e le cose che vogliamo vedere, ci siamo rese conto che il tempo non sarebbe bastato se non ci fossimo date una mossa. Così, sedute a tavolino, abbiamo passato in rassegna i vari public paths nei dintorni.

Freshford è un piccolo villaggio a 10 min di treno da Bath. Non che ci sia molto, ma proprio per questo è il posto ideale per chi vuole passare mezza giornata di sole, all'aria aperta, sapendo di incontrare al massimo due-tre persone, qualche cane e una dozzina di pecore.
L'ideale.

Alle 11.22 abbiamo preso il treno e alle 11.32 eravamo pronte con la cartina spiegata perfettamente sul telefono, per la nostra passeggiata.
A Freshford non c'è rete. Da nessuna parte.
Passato l'attimo di "oddio e ora?", e realizzato che trovandoci in un villaggio davvero piccolo non sarebbe stato difficile trovare il sentiero, ci siamo incamminate.
Ovviamente ci siamo perse.
Fortunatamente in quel momento passava di lì un'anima pia che ci ha indirizzate verso l'imbocco del sentiero più vicino "dietro la curva e sempre dritto oltre la chiesa". Semplice.

Ora, in Inghilterra tutti hanno in casa minimo un paio di wellies, e non perchè è la moda (anche se a giudicare dai negozi che li vendono potrebbe benissimo essere). Fatti due passi ci siamo ritrovate immerse nel mud a costeggiare un fiume su un sentiero in pendenza.
Passato l'attimo di esitazione me ne sono infischiata e ho proseguito fino alla fine del tratto fangoso. Ridendo mi sono girata a commentare, rimandendo a bocca aperta nello scorgere Nastia intenta, con doti equilibristiche, a non sporcare completamente le sue scarpe azzurre e bianche.

I successivi 30 minuti di camminata non possiedono nulla di particolarmente interessante: erba verde, pecore, fango, salita, cottages, cane, vista mozzafiato, fango, strada.
Sulla strada scorgiamo un segnale che indica la presenza di una serra aperta 7/7. Amanti delle piante ci siamo fiondate senza esitazione. Siamo uscite Nastia reggendo due piante, io con una cassetta contenente 4 primule, 1 giacinto, 1 piccolo alberello, noncuranti di non sapere dove fossimo, quanta strada avessimo ancora da fare e che tutta la strada da fare era sentiero, ovviamente.
Ci siamo così rimesse in cammino, cercando di indovinare a "più o meno" la direzione giusta da prendere. Ciò ci ha permesso, arrampicandoci nel bosco, di scoprire un prato enorme che, scendendo, toccava il fiume.
Erba soffice...ora di pranzo...non ci è voluto molto che ci sedessimo a mangiare i nostri panini. Le piante al nostro fianco.

Ridendo e scherzando vediamo passare un uomo, con un cane, che ci guarda di traverso: "are you lost?" "No no", rispondo io, "but, anyway, in which direction is Freshford?"  questa conversazione ha scatenato un momento di acuta ilarità in Nastia, la quale ha smesso di ridere due ore dopo.

La nostra giornata si è conclusa sedute su una panca al sole, sorseggiando local cider.

Adoro i sabati nella campagna inglese in compagnia di Nastia.

P.S. abbiamo visto gli agnellini di due giorni!!






sabato 18 febbraio 2017

Who we are

Io e Nastia abbiamo una lista di film che vogliamo vedere durante quest'anno insieme. Abbiamo cominciato la lista a Settembre e sembrava completa; ad oggi abbiamo aggiunto almeno altri 20 film.

Se dovessi descrivere la mia vita adesso direi che è come quella lista: ho cominciato con alcune idee, alcuni piani, basi sicure per il mio futuro; ora mi ritrovo cambiata, e cambio ogni giorno sotto ogni aspetto.
Penso che il segreto di tutto questo cambiare sia nell'accogliere ogni giorno come un giorno nuovo da cui trarre insegnamento, e mettere in pratica,poi, ciò che si è imparato.
Mi sento cambiare. Forse sto crescendo o forse, a forza di vivere la maggior parte delle giornate accanto ai bambini, sto rivivendo la mia infanzia, con occhi diversi.

I bambini...sono loro che hanno lo strano potere di farci crescere facendoci tornare piccoli. Piccoli adulti. Ad ogni lezione che noi gli insegniamo (più o meno volontariamente) loro ce ne tornano una e mezza.
Bussano alle nostre grandi bolle adulte e ci chiedono di uscire e aprire gli occhi al mondo che c'è all'esterno: un mondo popolato da dinosauri, fate e folletti, draghi e principesse, case fatte di lego e animali di pasta di sale, unicorni e arcobaleni.

Ma non è vero che esiste solo la felicità in questo mondo; ci sono giorni nei quali non c'è abbastanza play-doh per tutti, il bambino più piccolo ha rotto la pagina di quel libro che al più grande piace tanto o nella casa delle bambole i mobili sono scomparsi...quello che voglio dire è che il mondo dei bambini non è un mondo di fantasia dove tutto è perfetto, la realtà c'è eccome! e tutti quei problemi "da adulti" si trovano ad affrontarli anche i più piccoli, semplicemente si presentano sotto un'altra angolatura e l'affidamento viene fatto su basi e risorse diverse.

Chi sono non lo so, quello che so è che queste creature mi fanno sentire grande, ma grande accanto a loro, assieme a loro. Quel modo di vivere la realtà funziona, i problemi sono più semplici e la soluzione è più rapida "puoi tenere il mio panda per un po' se vuoi, così poi sei più felice e puoi giocare di nuovo con me".

Mi riscopro a reimparare e stavolta non sono lezioni da imparare a memoria, sono lezioni di vita.


venerdì 13 gennaio 2017

Lazy January

Gennaio, mese di freddo, nevischio e 'lazy days'.
Finite le feste si torna al lavoro, a quella che ormai è "la solita routine", dove i piccoli adulti aspettano impazienti nuovi lavoretti ed attività dalle maestre ancora piene di Christmas pudding.

Nello scorso post avevo accennato al fatto che avrei passato il Natale con la famiglia di Alice, la mia coordinatrice del progetto, assieme a Nastia. Sono state vacanze natalizie diverse dal solito, e per questo, in un certo senso, tra le migliori; ho vissuto in prima fila quello che è il Natale inglese, dalla messa di mezzanotte in Abbazia, al tacchino con gli sprouts al pranzo del 25.
La messa natalizia è una delle cose di cui devo assolutamente scrivere:
l'ora di inizio era, al solito, alle 23. Io e Nastia abbiamo pensato a lungo su quale fosse l'orario migliore per incamminarci verso la chiesa, e siamo arrivate alla conclusione che fosse meglio andare per le 22 in modo da trovare dei posti in buona posizione e magari godere dell'ultima mezz'ora del concerto che era in programma prima della messa. Il nostro buon senso ci ha premiate. Siamo arrivate all'Abbazia intorno alle 22.10 e già c'erano una trentina di persone fuori dalla porta ad aspettare; alle 22.30 la piazza antistante era piena e le persone arrivavano fino alla vicina via. Tutti ovviamente uno dietro l'altro in una fila perfetta.

Il pranzo era buonissimo, e l'atmosfera che si respirava era stupenda. La famiglia di Alice ci ha fatto sentire come se ne fossimo parte anche noi.
Solo una cosa: la durata del pranzo... 2 ore. Abituata al sedersi a tavola verso metà mattina e il non sapere quando ci si alzerà, ho avuto difficoltà nel capire se il pranzo fosse davvero finito o se in realtà dovevamo aspettarci altri dolci per colmare il resto del tempo.

Nei giorni tra Natale e Capodanno io e Nastia abbiamo visitato Castle Combe, Gloucester ed Oxford. Freddo gelo, ma ci siamo innamorate (strano...) di ognuna di queste città/villaggi. L'Inghilterra è sempre uguale ma allo stesso tempo ogni luogo conserva una propria magia. Bella in ogni stagione, sempre verde.

Il prossimo sabato in programma viaggio di 9 giorni a visitare la parte centrale di questo Paese. Sarà challenging.

Anna
sulla tomba di Tolkien

Natale a casa Summers

domenica 18 dicembre 2016

Una nuova famiglia

Cosa scrivere di dicembre? o del mio terzo mese in questo Paese... tre mesi non sono tantissimi, ma sono abbastanza per poter dire che ciò che sto costruendo in quest'anno comincia a diventare reale, qualcosa di visibile. 

Il terzo mese però è anche il primo dei momenti "depressivi" del progetto. sarà anche perchè si avvicina al Natale, ma la lontananza si sente di più e mancano la famiglia e gli amici; è qualcosa che sentono tutti ad un certo punto, tutto sta nel parlarne, uscire, incontrare nuovi amici, fare cose diverse, dopo lavoro non chiudersi in camera con il computer ma uscire, vedere nuovi posti, viaggiare in giro per il Paese.
 Le vacanze di Natale possono essere un problema in questo senso, soprattutto se non si torna a casa, ma io e Nastia ci stiamo equipaggiando, e abbiamo organizzato le nostre giornate in modo da rilassarci e non pensare alla nostalgia. Abbiamo in programma una super maratona del Signore degli Anelli e tanta cucina. Abbiamo in programma anche di visitare Oxford, Gloucester e Castle Combe. Poi per il Nuovo Anno viene a trovarmi una delle mie amiche di sempre, quindi sarà decisamente un inizio speciale.

Mi ritengo fortunata poichè posso dire di avere trovato buoni amici in questa città in questi pochi mesi, il che fa un'enorme differenza. 
Grazie al corso di inglese ho conosciuto delle persone che si sono rivelate speciali: organizzano incontri, camminate, feste...tutto per far sentire noi uomini e donne di altri paesi, un po' a casa nostra.
Oggi hanno organizzato una festa di Natale a casa di una famiglia, conoscenti di Jeanne, donna stupenda. Fin da subito hanno fatto sentire me e Nastia a nostro agio "fate come se foste a casa vostra", il che non sembrava facile poichè, conoscendo solo due o tre persone, è difficile inserirsi. Con nostra immensa sorpresa siamo state accerchiate da persone che, seriamente interessate, ci hanno cominciato a chiedere del nostro Paese, hanno cercato di ricordare parole nelle nostre lingue e interessi comuni di cui parlare. Tutto per non lasciarci sole in un angolo.
Sono state delle emozioni bellissime quelle di oggi: sento di avere l'appoggio che mi serve in questo momento, di essere attorniata da buoni amici. Una nuova famiglia.

Molti dei ragazzi che fanno lo SVE  Natale decidono di tornare a casa, passarlo con la famiglia; io ho deciso di rimanere qua, non che la mia famiglia non mi manchi, ma perchè ritengo che quest'anno lo voglio vivere appieno, e conoscere davvero questa cultura, in tutte le sue sfaccettature.
Non sapevo, nel momento della mia scelta, che sarei stata invitata a passare il Natale con la famiglia di Alice, a coordinatrice del progetto. E successivamente è arrivato anche l'invito da Jeanne per il 26. 
La mia gioia è immensa, so che non sono sola.

Anna

domenica 13 novembre 2016

I know where you come from!

In Inghilterra il Natale arriva prima: dai primi giorni di Novembre si comincia già a respirare aria natalizia, dalle luci per le strade, alle canzoni nelle nursery. 
Sul mio armadio ci sono già appesi i disegni dei bambini con alberi di Natale e pupazzi di neve.

Passati due mesi sento che ne sono passati almeno il doppio! Vivere in Inghilterra all'inizio può essere dura, per la cultura per certi versi completamente diversa da quella italiana. Può sembrare di vivere in un paese freddo, distante (cosa che si riflette nella scelta degli Inglesi nei confronti della Brexit), ma imparando a decifrare i comportamenti delle persone si scopre un paese aperto alle novità che uno "straniero" può portare.

Tra gli scopi del mio volontariato alla YMCA c'è anche quello, per noi volontarie, di portare nelle Nursery e negli After School Club esempi della nostra cultura. Un modo per i piccoli di imparare a riconoscere le differenze ed apprezzarle. 
Finora ho avuto tante tante soddisfazioni da parte dei bambini con cui lavoro, e ogni giorno mi sorprendo della loro capacità di assorbire le cose che gli insegniamo, a volte inconsciamente. 
L'altro giorno un bambino mi si è avvicinato:
 "Anna, I know where you come from! You are from Italy! And your flag is red, white and green!" 
("Anna, so da dove vieni! Vieni dall'Italia! E la vostra bandiera è rossa, bianca e verde").
Non potevo crederci: mi aveva ascoltato quando avevo presentato loro il mio paese, ma non solo...aveva apprezzato ciò che avevo voluto insegnargli, aveva riconosciuto l'importanza che quella mini lezione aveva per me!

Ripensandoci sono questi i piccoli momenti che mi fanno davvero felice, in quanto percepisco che il mio volontariato qui ha un significato importante tanto per me quanto per le persone (bambini, maestre, co-workers...) con cui ogni giorno vengo a contatto.


mercoledì 26 ottobre 2016

A new life

Passati quasi due mesi dalla mia partenza posso cominciare seriamente a pensare di star effettivamente costruendo una parte di vita qui in Inghilterra.

Il processo di consapevolezza passa attraverso la ripetizione piccole azioni quotidiane, stili di pensiero, organizzazione delle attività... le quali mirano a ricercare quale sia il mio ruolo all'interno di questa società. 

Lasciando da parte i paroloni, ripensando a questi due mesi mi rivedo in 3 piccoli ma significativi cambiamenti:

1. Le distanze
I primi giorni vedevo la città come una metropoli; sapevo che non era grande, ma non so come mi perdevo sempre e mi sembrava di aver toccato posti che si trovavano da un capo all'altro della città.
L'altro giorno, alla ricerca di una farmacia, io e Nastia ci siamo ritrovate nella caffetteria in cui abbiamo mangiato il primo giorno che siamo arrivate a Bath. Quel giorno abbiamo camminato tantissimo e ci sembrava di essere arrivate lontanissimo, dall'altro capo della città. La caffetteria si trova a 5 minuti dall'appartamento, in pieno centro.

2. Emozionarsi
Bath è una città bellissima, e camminando lungo la sponda del fiume o tra le strette vie della "città vecchia" sembra di vivere in un sogno. Ciò che ho provato è un senso di benessere interiore, di felicità. 
Non avevo ancora trovato la SALSA DI POMODORO IN BARATTOLO DI VETRO.
Ecco, quella è stata l'emozione più grande: girare per gli scaffali con lo sconforto di non trovare una salsa di pomodoro che fosse solo pomodoro, senza tutte quelle erbe, piccante, verdure, carne ecc, e poi eccola là, dopo un mese e mezzo di ricerche, la salsa di pomodoro in barattolo di vetro!!

3. Il bus
Abituata forse fin troppo bene al servizio della Trieste Trasporti con bus ogni 5 minuti, le prime volte organizzavo i miei viaggi in bus per andare al lavoro, guardando gli orari del bus dal timetable e calcolando di prendere quello che mi portava al lavoro in tempo. Come è normale fare.
Dopo due settimane ho capito che qualsiasi bus decida di prendere, a qualsiasi orario, quello arriverà sempre in anticipo o in ritardo, e se il ritardo è di 15 minuti è sicuro che non passerà perchè vuol dire che era tanto in anticipo. Ciò crea non poca confusione.
Dopo un mese ho deciso di farmi trovare alla fermata del bus 20 minuti prima del passaggio (i bus sono ogni 30 minuti, quindi in questa maniera il massimo che posso dover aspettare sono 20 minuti).
Dopo un mese e mezzo calcolo di prendere il bus precedente a quello che mi porterebbe in tempo al lavoro, in modo che se non passa posso andare a piedi (e farmi 20 minuti in salita) e arrivare comunque in tempo.
E nel frattempo che aspetto discuto con le dolci English old ladies riguardo lo splendido servizio dei bus inglesi.
Ce ne sono tante altre ma e le lascio scoprire nei prossimi post ;)

Anna

Una delle strade del centro di Bath 
                                                                                   Gli orari del bus
Io e il barattolo di salsa